Tuesday, November 8, 2011

Lay and love

Radici


I suoi rami avrebbero toccato il cielo? Già sapevi.
Immobile ti muovevi nel vuoto di un'altra stagione che corre.
Nuove crepe e deformi inclinazioni nell’animo.
Ma la furia della fine durò meno che niente.
E abbandonasti anche il sole.
Se milioni di passi non ti avevano spostato di un soffio…
Prendesti a curarti delle radici.
Guardavi. La vita.
Mentre si congratulavano per il verde delle tue nuove foglie,
ti ritrovasti ad annaffiare la morte.
Buio.
E cosa è più nero di un’anima impropriamente mortale,
strappata al cielo e costretta alla terra?
Luce.

Incantesimo...lungo la strada




Friday, November 4, 2011

Non era ancora inverno


Non era ancora inverno.
In questo periodo Lei non aveva molto lavoro…scriveva poco, rideva ancor meno. In casa c’era un gran da fare, ma Lei..non voleva fare.
Doveva trovare un colore  per quelle maledette pareti, lui voleva un colore tenue…Lei odiava i colori indecisi.
Bisognava ordinare le porte, Lei non le voleva, preferiva le tende…ma Lui non capiva. Amava i segreti.
Pranzavano insieme…ogni giorno.
Lui non tardava e non dimenticava mai il pane.
Le portava un fiore…una margherita.
Lei aveva già versato il vino, quando lui entrò dalla porta…niente fiore, niente pane.
Amore, sai… ho una figlia.
Per un attimo le pareti ebbero il colore del sangue…fui stupido; non fu certo amore; ti prego non facciamone un dramma.
E voleva dilungarsi in odiosi dettagli…elencando i suoi sbagli, mendicando il suo amore.
Lei già da un pezzo non lo stava a sentire…pensava alle tende.
Le avrebbe  volute come quei pesanti velluti da quinte…si intonavano al dramma.
Si volse verso di Lui e disse: niente porte, velluto marrone, pareti crema  e soffitti bordeaux…lei non la voglio vedere…questa è la mia casa e avrà le tende.
Non un altro segreto o non mi vedrai mai più.
Lei odiava l’inverno…odiava ricoprisi di strati di lana.
Lui amava spogliarla davanti al camino…inebriarla di vino… guardarla ridere tutta la notte.
Quel giorno la spogliò pure dell’anima.
Lei non rideva…aveva freddo…si avvicinò troppo al camino.
La portò all’ospedale, e il viso di Lei fu per sempre ferito.
Lui adorava il volto di Giulia…nel rimase ammaliato la prima volte che lo vide…quel giorno alle elementari. Le avevano rubato i colori e lei piangeva…era bellissima.
E adesso la guardava in quel letto. Era ancora bellissima…piangeva.
Stavolta  era stato lui ad averle rubato i colori.
Col tempo la ferita scompariva, ma c’era.
Pareti grigie, porte marroni.

Il tempo passava, e Lei continuava ad odiare l’inverno.
Anche lui adesso odiava, odiava sè stesso…e riusciva a stento a sfiorarla.
Voleva baciarla…forse avrebbe dovuto chiudere gli occhi così non l’avrebbe vista.
Aprì la porta, una margherita in mano, niente pane oggi…voleva portarla al ristorante.

Sul tavolo il vino e accanto un biglietto…
“Amore…voglio inseguire l’estate, se resto sarà sempre inverno. Magari torno, magari in estate. Ti prego…non facciamone  un dramma.”

Wednesday, November 2, 2011

Semplice


Affannandosi ad evitare una fine semplice
si ritrovò all’inizio.
L’inizio di qualcosa che già era stato.
La sofferenza dell’astinenza,
l’incoerenza, l’odore di un’altra vita,
il fischio di un treno che non parte, era un ricordo.
L’ossessione del possesso, il sesso.
Un gioco finito in mare.
Come si fa ad essere in spiaggia ed affogare?
Follia, o forse un suo pallido riflesso.
La voglia di ferire,
un’anima, non la mia.