Provvidenti (CB), July 2009
Thursday, November 10, 2011
Tuesday, November 8, 2011
Radici
I suoi rami avrebbero toccato il cielo? Già sapevi.
Immobile ti muovevi nel vuoto di un'altra stagione che
corre.
Nuove crepe e deformi inclinazioni nell’animo.
Ma la furia della fine durò meno che niente.
E abbandonasti anche il sole.
Se milioni di passi non ti avevano spostato di un soffio…
Prendesti a curarti delle radici.
Guardavi. La vita.
Mentre si congratulavano per il verde delle tue nuove foglie,
ti ritrovasti ad annaffiare la morte.
Buio.
E cosa è più nero di un’anima impropriamente mortale,
strappata al cielo e costretta alla terra?
Luce.
Friday, November 4, 2011
Non era ancora inverno
Non era ancora inverno.
In questo
periodo Lei non aveva molto lavoro…scriveva poco, rideva ancor meno. In casa
c’era un gran da fare, ma Lei..non voleva fare.
Doveva
trovare un colore per quelle
maledette pareti, lui voleva un colore tenue…Lei odiava i colori indecisi.
Bisognava
ordinare le porte, Lei non le voleva, preferiva le tende…ma Lui non capiva.
Amava i segreti.
Pranzavano
insieme…ogni giorno.
Lui non
tardava e non dimenticava mai il pane.
Le portava
un fiore…una margherita.
Lei aveva
già versato il vino, quando lui entrò dalla porta…niente fiore, niente pane.
Amore, sai…
ho una figlia.
Per un
attimo le pareti ebbero il colore del sangue…fui stupido; non fu certo amore;
ti prego non facciamone un dramma.
E voleva dilungarsi
in odiosi dettagli…elencando i suoi sbagli, mendicando il suo amore.
Lei già da
un pezzo non lo stava a sentire…pensava alle tende.
Le
avrebbe volute come quei pesanti
velluti da quinte…si intonavano al dramma.
Si volse
verso di Lui e disse: niente porte, velluto marrone, pareti crema e soffitti bordeaux…lei non la voglio
vedere…questa è la mia casa e avrà le tende.
Non un altro
segreto o non mi vedrai mai più.
Lei odiava
l’inverno…odiava ricoprisi di strati di lana.
Lui amava
spogliarla davanti al camino…inebriarla di vino… guardarla ridere tutta la
notte.
Quel giorno
la spogliò pure dell’anima.
Lei non
rideva…aveva freddo…si avvicinò troppo al camino.
La portò
all’ospedale, e il viso di Lei fu per sempre ferito.
Lui adorava
il volto di Giulia…nel rimase ammaliato la prima volte che lo vide…quel giorno
alle elementari. Le avevano rubato i colori e lei piangeva…era bellissima.
E adesso la
guardava in quel letto. Era ancora bellissima…piangeva.
Stavolta era stato lui ad averle rubato i
colori.
Col tempo la
ferita scompariva, ma c’era.
Pareti
grigie, porte marroni.
Il tempo
passava, e Lei continuava ad odiare l’inverno.
Anche lui
adesso odiava, odiava sè stesso…e riusciva a stento a sfiorarla.
Voleva
baciarla…forse avrebbe dovuto chiudere gli occhi così non l’avrebbe vista.
Aprì la
porta, una margherita in mano, niente pane oggi…voleva portarla al ristorante.
Sul tavolo
il vino e accanto un biglietto…
“Amore…voglio
inseguire l’estate, se resto sarà sempre inverno. Magari torno, magari in
estate. Ti prego…non facciamone un
dramma.”
Wednesday, November 2, 2011
Semplice
Affannandosi ad evitare una fine semplice
si ritrovò all’inizio.
L’inizio di qualcosa che già era stato.
La sofferenza dell’astinenza,
l’incoerenza, l’odore di un’altra vita,
il fischio di un treno che non parte, era un ricordo.
L’ossessione del possesso, il sesso.
Un gioco finito in mare.
Come si fa ad essere in spiaggia ed affogare?
Follia, o forse un suo pallido riflesso.
La voglia di ferire,
un’anima, non la mia.
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